Quello dell’allenatore è un ruolo sempre più fondamentale nel calcio moderno. Molti anni fa, il tecnico veniva visto come un personaggio marginale alle fortune di una squadra di calcio: si credeva che, alla fine, la differenza la facessero solo e soltanto i giocatori. Oggi non è più così, o meglio, oggi non la si pensa più così. A giudicare anche da quanto guadagnano gli allenatori in Serie A, il ruolo del tecnico gode – sempre di più – di stima e riconoscenza. Negli ultimi anni vediamo sempre più squadre capaci di superare i propri limiti – dettati dalla rosa – grazie alle idee di allenatori brillanti che riescono a far crescere giocatori che fino a quel momento erano stati considerati di medio livello.
Pensiamo al Napoli di Luciano Spalletti che, grazie a un mercato intelligente e alla bravura del tecnico di Certaldo, è diventato una vera e propria macchina da guerra sia in Champions League che in campionato. Al contrario, la Juventus è l’esempio opposto fino ad adesso: con una rosa di alto livello, gli schemi e gli insegnamenti di Allegri non stanno portando benefici alla rosa bianconera.
Per questo motivo, oggi ci vogliamo concentrare sul ruolo dell’allenatore: nello specifico vogliamo parlare dei tecnici più interessanti di questa Liga 2022/2023 e che potrebbero portare risultati insperati fino a qualche mese prima.
Nel corso degli anni il campionato spagnolo ha prodotto diversi tecnici davvero promettenti: pensiamo, per esempio a Unay Emery che con Villareal e Siviglia ha compiuto diverse imprese storiche come la vittoria dell’Europa League con entrambi i club oppure con la semifinale di Champions League dell’anno scorso con il Villareal. E anche in questa edizione della Liga, i tecnici davvero interessanti non si risparmiano. Due sono i nomi principali ma allo stesso tempo meno mainstream che cercheremo di analizzare insieme e, soprattutto, conoscere meglio.
Imanol Aguacil (Real Sociedad)
Ex difensore di squadre spagnole minori, Imanol Aguacil è uno dei tecnici più promettenti della scuola spagnola. Aguacili è sulla panchina della Real Sociedad dal 2018, dopo aver allenato le giovanili de Los Txuri-urdin e sta sviluppando un calcio davvero interessante da qualche anno a questa parte.
Il suo Real Sociedad si schiera con un 4-4-2 a rombo fatto di modernità ed efficacia. La scorsa stagione, la Real Sociedad di Aguacil è stata la squadra con meno gol subiti (appena 20 in 38 partite) e quella che ha concesso meno tiri in porta dopo big club come Atletico Madrid, Siviglia e Barcellona. Insomma, già l’anno scorso ha registrato numeri molto importanti. E lo stesso sta facendo quest’anno.
In Liga, la Real Sociedad di Aguacil è quarta (posizione Champions League quindi) e in Europa League ha battuto il Manchester United all’Old Trafford guadagnandosi la prima posizione del gruppo (quasi certa) e la qualificazione matematica a due giornate dalla fine. Tutto questo senza Isak, intanto volato al Newcastle: il giovane centravanti svedese era la punta diamante della Real Sociedad ma, nonostante questo, Aguacil è riuscito a sopperire alla sua assenza con il norvegese Alexander Sorloth.
Aguacil e la Real Sociedad hanno tutto per diventare la prossima sorpresa e “underdog” del calcio spagnolo: la qualificazione in Champions League permetterebbe un grande salto di qualità in questo senso.
Andoni Iraola (Rayo Vallecano)
Il Rayo Vallecano, tradizionalmente, non è un club dalla grande disponibilità economica: anzi, spesso si ritrova a essere la più “povera” della Liga. Nonostante questo, l’anno scorso Iraola – ex colonna dell’Athletic Bilbao – è riuscito nel miracolo della salvezza con il quarto club di Madrid, dopo Real, Atletico e Getafe con un insperato dodicesimo posto. Quest’anno il miracolo sta avvenendo di nuovo: il Rayo si trova al decimo posto, ben lontano dalle posizioni “calde” per la retrocessione.
In estate, tanti club avevano provato a ingaggiare Andoni Iraola che però ha deciso di restare al Rayo Vallecano per tentare nuovamente il miracolo. E per ora sembra ci stia riuscendo nuovamente con il suo 4-4-2 stretto, pragmatico ma che soprattutto funziona. Iraola allena da soltanto un paio di anni ma sembra avere già le carte giuste per fare strada in panchina: fin qui ha dimostrato di sapersi adattare alla rosa a sua disposizione, trovando le migliori soluzioni per arrivare ai risultati e agli obiettivi prefissati.