Dopo quasi dieci anni si chiude la lunga storia d’amore tra l’Atletico Madrid e Germán Burgos. O meglio ancora, quella tra Burgos e il Cholo Simeone. Lo storico vice allenatore, soprannominato anche ‘El Mono’, sui canali ufficiali del club rojiblanco ha infatti annunciato che a fine stagione lascerà il ruolo di collaboratore. Burgos – infatti – come trapelato da diversi mesi, intraprenderà una nuova carriera da primo allenatore, dopo aver trascorso gli ultimi anni da secondo ad osservare un grande maestro come il Cholo. Ecco alcuni estratti della sua lunga intervista.
SALUTI – “Voglio lasciare dall’Atletico da campione, ancora mi restano tanti sogni da compiere e sono un sognatore. Alla fine di questa stagione inizierò la mia carriera come primo allenatore. Con oltre dieci anni di Liga credo di avere pienamente le capacità per guidare il destino di una squadra. Questo sarà un arrivaderci, non un addio, il calcio dirà se torneremo a vederci. Continuate lottare, ad inseguire i vostri sogni, non stiamo vivendo un periodo felicissimo, ma non mollate, continuate a lottare, ci vediamo nel calcio”.
RICORDI – “Ci sono due momenti che ricordo in particolare. L’abbraccio con il Cholo quando abbiamo vinto la Liga, il nostro primo abbraccio, e l’ultimo che ci siamo dati ad Anfield, il terzo sarà quando vinceremo la Champions. Ci sono obiettivi da raggiungere, risalire in classifica e il desiderio di vincere la Champions League. E’ il sogno di tutti ed io sono uno che insegue i sogni. Non mi basterà il tempo, la voglia e la passione per diventare campione delle Champions”.
CAMPIONI – “Credo che cercherò di chiudere nel migliore dei modi, so che fino all’ultimo giorno in cui starò qui farò di tutto per raggiungere gli obiettivi. Voglio lasciare l’Atletico da campione, che lo sappiano tutti. E’ impressionante come l’Atletico sia tornato ai vertici del calcio mondiale. Sono orgoglioso di aver visto crescere ragazzi come Kokee Saúl,vederli diventare degli uomini. Come Giménez o Thomas. Anche il fatto di aver allenato campioni del mondo, lo conservo nel mio cuore, non tutti hanno la possibilità di farlo. Come Torres, Villa, Griezmann, Lucas o Lemar. Ne ho allenati cinque sui sette che ci sono stati nella storia dell’Atletico”.