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Malcom: “Allo Zenit doppie sedute, al Barcellona bastavano 40 minuti. Messi? Era la voce dello spogliatoio”

Una sorta di meteora passata da Barcellona dopo aver fatto infuriare i tifosi della Roma. Così si potrebbe riassumere la scorsa stagione di Malcom: un potenziale talento conteso da numerosissimi club in Europa, che alla fine ha scelto di coronare il sogno della propria vita giocando al fianco di Leo Messi. La discontinuità, i tanti infortuni e le pressioni della piazza, hanno però rovinato la sua avventura blaugrana, finita difatti dopo appena un anno.

Acquistato dallo Zenit la scorsa estate, il brasiliano ha parlato ai microfoni di Qué T’hi Jugues: “Ci alleniamo tramite Zoom per restare in forma, ma toccare il pallone… Qui facciamo doppie sedute. Nel Barcellona ci allenavamo 40-50 minuti. Mi sono fatto male per questo. Il Barcellona? Mi manca, conservo buoni ricordi. C’era brava gente per strada, mi piaceva il tifo del Barça. Mi mandavano sempre messaggi di sostegno. Neymar? Non saprei. Se torna, farà bene come la prima volta che è stato al Barcellona. Giocando bene e vincendo titoli. E se Coutinho rimane, anche, è un grande calciatore”.

Sulla presenza di Leo Messi all’interno dello spogliatoio blaugrana, Malcom commenta con queste parole: “Non è che abbia tanto potere. Messi non è il presidente. E’ che Messi come capitano parlava con il presidente perché le cose migliorassero sempre. Messi parlava sempre con noi, poi andava dall’allenatore e infine dal presidente. Messi non è il presidente, lui aiuta la squadra. Sapendo le opinioni di tutti, riportava a mister e presidente. Spero che giochi ancora tanti altri anni perché è incredibile. Nel Barça ho coronato il sogno di giocare coi migliori. La sensazione che è rimasta è quella di aver appreso molto. Avrei meritato più minuti, ma ho appreso molto”.