Era arrivato a Barcellona con tutte le migliori intenzioni, Quique Setién, chiamato a sostituire a stagione in corso l’esonerato Ernesto Valverde. Ripartire innanzitutto dal bel gioco, marchio di fabbrica blaugrana ormai da diversi anni, attorno al quale si fonda del resto la tradizione della propria ‘cantera’. I giovani, appunto, avrebbero dovuto ricoprire un ruolo particolarmente importante, dopo annate in cui il Barcellona non è più riuscito a gestire i propri talenti come un tempo.
Una delle prime foto di Setién sui campi del Barcellona divenute pubbliche, quella in cui il tecnico era stato immortalato a colloquio con il classe 1999 Riqui Puig, sembrava in effetti l’emblema di un nuovo corso, quello di un allenatore coraggioso e spregiudicato nel lanciare i giovani della famosa Masía blaugrana. Un’immagine confermata poi dalla fiducia che Setién al suo esordio in panchina diede ad Ansu Fati dal primo minuto, e a Riqui Puig e Carles Pérez nel corso della ripresa.
Lo stesso accadde successivamente ad Ibiza dove tutti e tre partirono titolari, e contro il Valencia quando il giovane Collado fece il suo esordio. Un sogno, però, svanito dopo appena tre partite. Da allora in casa Barcellona si sono registrate infatti le cessioni di Abel Ruiz y Carles Pérez nella sessione di gennaio, accompagnate da un dato sconfortante. Dal 2 febbraio in poi, giorno dell’ultima apparizione in campo contro il Levante di Riqui Puig – tra i prodotti della Masía – Setién ha schierato il solo Ansu Fati, riservandogli tra l’altro sempre meno spazio con il passare del tempo.