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5 cose che (forse) non sai su Álvaro Morata

La notizia principale di questi giorni è senza dubbio il ritorno alla Juventus di Alvaro Morata, un nome a sorpresa per l’attacco bianconero. Dzeko è stato vicinissimo al passaggio sotto la Mole, la Vecchia Signora è virata poi sul giocatore spagnolo vista l’impossibilità di chiudere la trattativa con la Roma. L’offerta decisiva è arrivata sotto forma di un prestito con diritto di riscatto, un’operazione che la prossima estate potrebbe portare nelle casse dell’Atletico Madrid 55 milioni di euro in totaleBenché lo spagnolo sia una vecchia conoscenza del nostro calcio, ci sono delle curiosità relative alla sua carriera che solo in pochi conoscono. Queste sono le 5 cose che (forse) non sai su Alvaro Morata:

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Abbonato al Calderón fin da bambino

Il nonno Ignacio fu la persona che lo fece avvicinare all’Atletico e nella stagione 1997/98, quando Morata aveva 5 anni, gli regalò il primo abbonamento allo stadio.

Prima il tennis e poi il calcio

Da piccolo Alvaro era un appassionato di tennis, sport che praticava una volta uscito da scuola. Come raccontano alcuni conoscenti di famiglia, la passione del piccolo per la racchetta era così grande che si allenava tutti i giorni per ben due ore.

Alvaro il dormiglione

Quando era nelle giovanili dell’Atletico, i genitori di Morata dovevano fare i salti mortali per far arrivare il figlio puntuale a scuola. Il giorno della partita però succedeva il contrario, il primo ad alzarsi era sempre Alvaro che svegliava poi tutta la famiglia.

Lo spagnolo più costoso di sempre

Il suo passaggio dal Real Madrid al Chelsea nel 2017, è stato il trasferimento più costoso di un giocatore spagnolo della storia. Morata fu pagato circa 80 milioni di euro con bonus inclusi, questo record fu battuto solo pochi anni dopo da Kepa (82 milioni di euro)

Rasato a zero per beneficenza

Nel 2014 Morata si rasò i capelli per dimostrare solidarietà ai bambini affetti dal cancro. La spiegazione del giocatore fu che i piccoli fan volevano imitare la sua capigliatura, mentre lui volle imitare loro.

 

di Raffaele De Paolis