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Mourinho gonfia il petto: “Il mio Real Madrid era il più forte, meritavamo di vincere tutto!”

Nel corso di una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Marca, José Mourinho ha avuto modo sia di trattare il tema relativo al Coronavirus che di ricordare la sua esperienza al Real Madrid. In particolare, secondo lo Special One, i suoi Blancos meritavano di vincere tutto, essendo una delle squadre più forti della storia. Ecco le sue parole.

Liga vinta con record di punti e gol – “È molto difficile per me dire se quello fosse il punto più alto o meno. Ovviamente è stato un momento molto importante, anche perché si è verificato in un periodo speciale, cioè durante un dominio storico del Barcellona. Porre fine a questa egemonia e farlo centrando anche il record di punti e di gol lo ha reso ancora più importante. Non è solo il fatto che abbiamo vinto la Liga, è che l’abbiamo fatto in un modo che ha fatto la storia”.

Eliminazione in semifinale di Champions – “In quella stagione il Real Madrid era la migliore squadra in Spagna e anche la migliore in Europa. Per questo motivo è stato molto difficile per noi metabolizzare l’eliminazione contro il Bayern Monaco in semifinale di Champions League“.

Segreto per vincere la Liga – “Fu determinante trovare il modo di far rendere al meglio tutti quei campioni. Costruimmo un’identità di gioco molto adatta alle caratteristiche dei giocatori, che fecero la differenza anche coi loro colpi di classe. Eravamo tutti molto motivati, legati dalla grande ambizione di vincere il titolo”.

Crisi di risultati avuta a settembre – “L’abbiamo superata con la forza del gruppo, ovviamente! Sentivamo di essere i migliori, e che con quella mentalità avremmo potuto vincere ovunque: a Valencia, Siviglia, al Calderón, al San Mamés, al Camp Nou. Grazie a questa enorme motivazione quei campi, seppur caldi, non furono un fattore di pressione”.

Clasico vinto 1-2 alla 26a – “Giocammo contro il Barcellona con due risultati su tre, poiché ci poteva andare bene anche il pareggio. Prima di scendere in campo continuai a ripetere costantemente ai miei giocatori: ‘Vinceremo questa partita, la vinceremo. La pressione che avranno giocando in casa sarà ciò che li ucciderà!'”.

Segreti tattici di quel Real Madrid – “Avevamo un’identità di gioco ben definita. Difensivamente, siamo sempre stati molto ben organizzati sul campo e ognuno sapeva perfettamente cosa fare. C’era molta disciplina e molta organizzazione dietro il gioco di quella squadra. Erano tutti grandi giocatori che giocavano come una vera squadra, alla fine era quella la chiave di tutto”.

Calciatore più determinante – “Non mi piace individualizzare nessuno, neppure Cristiano Ronaldo. Ogni giocatore era molto importante perché ognuno di loro aveva un ruolo chiaro all’interno della squadra. Tutti volevano vincere partite e titoli, e tutti sapevano che erano importanti perché notavano di aver contribuito a raggiungere quell’obiettivo. Ad esempio, in questo senso ricordo Callejón e Granero, che non erano titolari indiscussi ma furono giocatori importanti per noi. La verità è che quella squadra meritava di vincere sia la Liga che la Champions League”.

Campionati vinti in ogni paese – “Quella è stata la mia particolare tripletta, se tralasciamo per un attimo la Lega portoghese, ovviamente. Volevo vincere e avere successo in Italia, Inghilterra e Spagna, e sono ancora l’unico allenatore che l’ha fatto. La verità è che volevo davvero entrare nella storia del calcio in quel modo, ma volevo fortemente anche vincere con il Real Madrid.