Premesso che la salute verrà posta al primo posto a prescindere da quello che sarà l’esito finale di questa enorme tragedia, l’intenzione prioritaria del presidente Javier Tebas resta ferma sulla ripresa del campionato spagnolo. Il numero uno della Liga ha sottolineato ai club l’importanza di concludere il torneo, anche a costo di dover giocare ogni 72 ore. La maggioranza delle società ha dato il proprio okay alla ripartenza, ma servirà l’unanimità dei voti da parte dei club.
Sul dibattito è intervenuto anche l’AFE, il sindacato dei calciatori spagnoli, in quanto organismo che ha espresso maggiori perplessità sulla ripresa. Ma ci sono soprattutto ancora tre società, Mallorca, Leganés y Espanyol, che non hanno dato la propria disponibilità alla ripresa della Liga. Per questo motivo, il presidente Tebas ha minacciato le tre squadre in questione specificando che, qualora non si dovesse riprendere, ci sarebbero comunque le tre classiche retrocessioni.
Una mossa che ha indispettito non poco i tre club che effettivamente attualmente occupano le ultime posizioni della classifica e che a quel punto sarebbero ‘obbligate’ a convertire il proprio voto in favorevole alla ripresa per evitare un esito incontrovertibile. In Spagna hanno definito i modi del presidente Tebas come ‘poco eleganti’, adottati esclusivamente per allineare tutte le società spagnole verso un’unica direzione: la ripartenza del campionato.