In moltissimi ricorderanno genio e sregolatezza di un talento croato che ha vestito alcune tra le maglie più importanti della Liga: Robert Prosinecki. Classe 1969, centrocampista ricco di fantasia, ha vestito in carriera i colori di Real Madrid, Barcellona e Siviglia dopo una lunga esperienza alla Stella Rossa. Il tutto prima di abbandonare la Spagna per spostarsi tra Inghilterra – una sola stagione al Portsmouth – Belgio e soprattutto Croazia.
Bronzo ai mondiali di Francia ’98, Prosinecki è passato alla storia anche per aver segnato ai Mondiali con due Nazionali diverse: nel 1990, in Italia, con la maglia della Jugoslavia e nel 1998, esultando contro Giamaica e Paesi Bassi quando giocava per la Croazia. Personaggio decisamente sopra le righe, è riuscito ad unire talento e ribellione nella sua carriera, facendo parlare di sé soprattutto fuori dal campo. A ricostruire il suo ritratto ci ha pensato anche Peter Crouch che, in un’intervista concessa al Daily Mail, ha ricordato la dipendenza dal fumo del suo ex compagno ai tempi del Portsmouth.
“Ne approfitto della domanda – dice Crouch – per parlare di Robert Prosinecki che dal punto di vista fisico non si applicava al massimo. Era un ribelle e l’unico momento in cui non fumava era quando si trovava in campo per giocare a calcio. In allenamento emergeva poco, ma era fantastico: aveva un gran dribbling e faceva impazzire i difensori”. Una fotografia che si ricollega alle dichiarazioni dello stesso Prosinecki rilasciate qualche anno fa: “Fumare non è certo il massimo per un atleta, lo so anche io, ma in fondo è l’unico vero vizio che ho. E comunque nessuno vive più di cento anni…”.
Tantissimi gli aneddoti relativi al centrocampista croato, protagonista in Liga con Real Madrid, Barcellona e Siviglia. Indimenticabile il suo rimpianto verso una carriera che non gli ha regalato quanto meritava anche per qualche vizio di troppo: “Se non fosse per lo spritzer (vino bianco, bitter e acqua minerale) sarei stato il più grande calciatore del mondo”. Un personaggio sopra le righe, ricordato da Peter Crouch in una bella intervista: Robert Prosinecki, in campo e fuori, era semplicemente genio e sregolatezza.