Dopo aver travolto l’Italia, costringendo il governo a misure estremamente restrittive, il coronavirus sta pian piano minacciando anche altri paesi europei. In tal senso, il calcio, può essere un indicatore importante della percezione del pericolo da parte dei rispettivi stati. Nel nostro Paese, ad esempio, nel momento in cui ci si è resi conto della gravità della situazione, si è scelto senza alcuna opposizione di sospendere il campionato italiano almeno fino al 3 aprile, come del resto tutti gli altri sport praticati.
Dopo la Francia, che ha già preso diversi provvedimenti negli scorsi giorni, adesso anche in Spagna la Liga ha iniziato ad adottare delle necessarie misure preventive. Poche ore fa, difatti, il governo ha imposto la chiusura delle porte per almeno due settimane, sia per la Primera División che per la Segunda División. Immediata la reazione del presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu, intervistato dal Mundo Deportivo.
Il suo commento: “Per prima cosa voglio dire che la saluta viene prima di tutto e bisogna collaborare con le autorità sanitarie, poi c’è un aspetto che riguarda la perdita economica che non avrà solo il Barça ma anche altri club che saranno costretti a giocare con le porte chiuse. Nel caso del Barça dovrebbe essere una perdita di circa 6 milioni di euro, ma torno a ripeterlo, questo non è adesso importante. Questa mattina si è tenuta una riunione con la Generalitat ed è stato raccomandato di giocare la partita a porte chiuse. Ci dispiace che questo penalizzerà i nostri tifosi, e tutto il mondo del calcio. Ma crediamo che sia una situazione eccezionale quella che stiamo vivendo”.