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Le confessioni di Drenthe: dai contrasti con Mourinho, alle ragazze che gli ‘chiesero due mila euro’

E’ stata vita piuttosto frenetica quella di Royston Drenthe. Cresciuto con il solo supporto della madre, in seguito all’assassinio del padre quando ancora aveva tre anni, il terzino olandese ha trovato nel calcio un luogo in cui rifugiarsi e poter esprimere il proprio talento. Nelle confessioni riportate da Marca, il calciatore ha raccontato di essere stato corteggiatissimo nei primi anni in cui si è affacciato nel mondo del pallone.

Quando scelse volontariamente il Real Madrid, erano addirittura 16 le squadre che lo avevano contattato per averlo: “Mi volevano 16 squadre. Ho parlato con Joan Laporta, presidente del Barcellona, e anche con Pedja Mijatovic, direttore sportivo del Real Madrid. Quasi tutti offrivano le stesse condizioni, ma quando ho sentito che mi voleva il Madrid, avevo già scelto. Mi sono sentito come se fossi a casa, mi hanno dato un caloroso benvenuto. Guti mi trattava bene ed era una leggenda del Madrid”.

Dopo anni importanti con la maglia blanca, però, fu l’arrivo di José Mourinho a rovinare i piani dell’olandese: “I problemi iniziarono con Mourinho, lui mi ha fatto andare via dal Real Madrid. L’ultimo giorno di mercato, mi chiama e mi dice che devo andare via. Avevamo meno di 24 ore per scegliere una squadra. Il corpo direttivo aveva scelto che doveva giocare Marcelo, non c’era motivo per mandarmi via dalla squadra”.

Infine, noto anche per la stravaganza fuori dal campo, Drenthe ha rivelato uno degli episodi più bizzarri e imbarazzanti che gli sia mai capitato: “Andai con un amico al casinò e si avvicinarono due belle ragazze. Andammo tutti e quattro in un hotel e andò tutto bene. Alla fine sorse il problema, ci chiesero mille euro a testa. Non avevo idea che avrei dovuto pagare!”