Soprannominato El Tiburon, lo squalo, per la sua capacità di essere letale in area di rigore, Alvaro Negredo è sempre stato un lottatore sia nella sua vita che nel calcio. Nato a Vallecas, quartiere operaio di Madrid, l’attaccante spagnolo ha sempre dato tutto in campo, proprio perché sa bene quanta fatica e impegno ha impiegato per arrivare a diventare professionista.
Cresciuto nel settore giovanile del Rayo Vallecano, Negredo viene prelevato nel 2005 dal Real Madrid di Fabio Capello, dove però non ha lo spazio sufficiente per esplodere definitivamente e decide dunque di trasferirsi all’Almeria, che si rivela il luogo giusto per consacrarsi.
Con gli Almeriensistas gioca dal 2007 al 2009, segnando 32 reti in 72 partite, numeri che gli valgono la chiamata del Siviglia, squadra che lo acquista per 15 milioni di euro. Con i rojiblancos si conferma uno degli attaccanti spagnoli più interessanti di quegli anni, vincendo per ben due volte il Trofeo Zarra, il premio al miglior marcatore spagnolo del campionato, grazie alla sua eccellente tecnica e all’abilità nel gioco aereo.
Siviglia coincide anche con l’ultimo picco della sua carriera. In Inghilterra, con le maglie di City prima e Midllesbrough poi, non incide, stessa sorte a Valencia, dove realizza 6 gol in 34 partite. Ha vestito poi le maglie di Besiktas e Al-Nasr.
La domanda che molti si faranno è: ma che fine ha fatto Negredo? Non si è ritirato, anzi è tornato proprio nel campionato dove tutto è iniziato, in Liga. Quest’estate è stato infatti ufficializzato il suo passaggio al Cadice neopromosso, squadra che aiuterà a salvarsi, lottando come sempre ha fatto.
