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Perché Marcelino può essere l’allenatore giusto per il Milan

Rimbalza forte dalla Spagna e trova grande eco in Italia la notizia secondo cui il Milan avrebbe mosso passi (molto) concreti per Marcelino, ex tecnico del Valencia esonerato lo scorso settembre a causa di divergenze col presidente Peter Lim. Sarebbe lui l’uomo scelto per rilanciare il progetto rossonero, con l’obiettivo minimo di centrare la qualificazione alla Champions League fondamentale per avviare un circolo virtuoso che può riportare il club al top. Salvo finali di stagione clamorosi, con un trofeo e un quarto posto al momento molto distante, il Milan dovrebbe dunque cambiare guida tecnica e per il Mundo Deportivo l’accordo con il classe ’65 di Villaviciosa sarebbe già stato raggiunto.

Scherzi del destino: l’allenatore spagnolo che nel 2016 partecipò al famoso casting dell’Inter post-esonero di Frank de Boer vinto poi da Stefano Pioli, potrebbe prendere ora il suo posto sull’altra sponda di Milano. Ma sarà, sarebbe la scelta più giusta per il Milan?

Secondo Zvonimir Boban, principale sponsor dell’idea Marcelino, sì. Rappresenterebbe innanzitutto la sintesi perfetta tra le varie anime interne al club che si stanno scontrando con filosofie totalmente opposte: il potentissimo Ad Ivan Gazidis continua a spingere per l’internazionalizzazione e vorrebbe puntare su Rangnick, l’area più sportiva composta da Boban e Maldini sognerebbe il grande ritorno di Massimiliano Allegri che resta un’ipotesi complicata. Marcelino sarebbe quel profilo con esperienza internazionale che potrebbe mettere tutti d’accordo per vari motivi.

Il curriculum, seppur non sia un nome così famoso in Italia, è di tutto rispetto e colpisce. Le promozioni conquistate con Recreativo Huelva, Real Saragozza e Villarreal, la salvezza raggiunta con il Racing Santander poi portato in Coppa Uefa, l’Europa League ed i play-off di Champions con il Villarreal e quindi col Valencia, dove ha conquistato anche un Copa del Rey. Il tutto senza mai investire budget enormi per calciatori fatti e finiti.

È questo forse l’aspetto che più intriga i dirigenti milanisti, alle prese con la morsa del Fair Play Finanziario e soprattutto con gli stringenti paletti economici fissati da Gazidis su input del fondo Elliott. Marcelino sa fare di necessità virtù, abile nel lavoro con i giovani e bravo nella valorizzazione degli elementi a disposizione. Parte dal suo 4-4-2 equilibrato, ma nonostante il carattere da Hombre Vertical non è un integralista: un altro punto a favore in un Milan che non potrà spendere tantissimo.

Tutt’altro che uno Yes Man, e al Valencia per citare l’ultimo caso lo sanno bene. Nonostante l’ultima strepitosa stagione in Liga, i rapporti tra l’allenatore e la proprietà si sono via via incrinati fino alla rottura totale subito dopo la chiusura del mercato estivo. Le richieste da Champions di Marcelino non sono state minimamente ascoltate, il tecnico si è fatto sentire e con Peter Lim è stato scontro totale fino all’esonero ad inizio settembre. Al Milan sono avvertiti.

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